RICERCA DI ALTRI SOGGETTI CON RITARDO MENTALE, CON ASSOCIATO DISTURBO PERVASIVO DELLO SVILUPPO

Abbiamo visto in precedenza che una percentuale importante (circa un terzo) di soggetti con Ritardo Mentale inseriti in strutture diurne o residenziali, presentano anche un disturbo dedllo spettro autistico. Considerato che il dato di prevalenza ottenuto costruendo il registro dei soggetti diagnosticati

formalmente con una diagnosi di Autismo/DPS, risulta molto inferiore a quello dell’età evolutiva, e non essendoci spiegazioni plausibili di tale differenza, abbiamo ipotizzato che una parte dei soggetti con DPS adulti non fossero stati diagnosticati come tali ma soltanto con Ritardo Mentale.
Per verificare questa ipotesi abbiamo contattato tutti i centri diurni e residenziali del territorio, dove sono inseriti soggetti con Ritardo Mentale, proponendo loro l’individuazione dei soggetti che presentavano comportamenti atipici nelle aree dell’interazione sociale, della comunicazione e del comportamento e, successivamente, la compilazione della Scala di valutazione STA-DI (Scala di valutazione dei tratti autistici nelle persone con disabilità intellettiva, Kralijer, Lassi e La Malfa, 2006), insieme alla psicologa borsista che era stata
specificamente formata sull’uso di questo strumento.
La Scala STA-DI è uno strumento standardizzato di screening, costruito specificatamente per essere somministrato a soggetti con disabilità intellettiva di qualsiasi livello nell’età compresa tra 2 e 55 anni. Essa si basa sulla definizione di disturbo generalizzato dello sviluppo del DSM-IV e dell’ICD-10, e copre l’intero spettro di condizioni autistiche comprese in tale definizione. La Scala STA-DI deve essere compilata con i genitori o gli operatori che sono in frequente contatto con la persona, essendo basata su una descrizione e valutazione del comportamento osservabile nella vita quotidiana.
Prima della somministrazione, viene indicata sul foglio di notazione il tipo di diagnosi del paziente. Quindi, dal calcolo dei punteggi ottenuti si arriva a definire con una “nuova” ulteriore diagnosi descrittiva in termini di presenza, assenza o dubbio di Disturbo Pervasivo dello Sviluppo; in seguito attraverso un’apposita tabella, si giunge ad ottenere la diagnosi atttuale relativa a quel paziente secondo i seguenti criteri:
1. Assenza di Disturbo Pervasivo dello Sviluppo (punteggio compreso tra 0 e 6)
2. Presenza di Disturbo Pervasivo dello Sviluppo (casi positivi, con punteggi da 10 a 19)
3. Dubbio di Disturbo Pervasivo dello Sviluppo (casi con punteggi “al limite”, superiori alla norma per assenza di D.P.S. ma poco inferiori alla presenza di D.P.S. ; in questo caso i punteggi sono compresi tra 7 e 9). Nel caso di risultato: “Dubbio di D.P.S.”, gli autori dello STA-DI (Kralijer, Lassi e La Malfa) consigliano una eventuale successiva valutazione, utilizzando opportuni strumenti più specifici e approfonditi.
Questa fase della ricerca si è focalizzata sulla somministrazione dello STA-DI agli operatori dei Centri Diurni per i soggetti con disabilità intellettiva (senza diagnosi di Autismo/DPS), nella fascia d’età 18/30 anni, e ci ha permesso l’individuazione di soggetti con comportamento riconducibile allo spettro autistico in questa popolazione. La compilazione della Scala STA-DI è stata preceduta da una selezione dei soggetti, fatta dagli operatori dei Centri Diurni, a cui era stato chiesto di individuare le persone che, oltre ad un ritardo intellettivo, presentavano alterazioni nelle aree della comunicazione e dell’interazione sociale.

Risultati e valutazione
I risultati ottenuti attraverso la compilazione dello STA-DI insieme agli operatori referenti del caso iengono presentati nelle Tabelle 17, 18 e 19.
RICERCA DI ALTRI SOGGETTI CON RITARDO MENTALE, CON ASSOCIATO DISTURBO PERVASIVO DELLO SVILUPPO
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Come si può osservare degli 82 casi segnalati dagli operatori che sono stati valutati attraverso lo STA-DI, 36 (circa il 44%) sono risultati positivi, mostrando quindi comportamenti compatibili con un Disturbo Pervasivo dello Sviluppo. il rapporto maschifemmine di questi soggetti, 3:1, è esattamente quello che viene riportato per i DPS in letteratura. Nella Tabella 19, inoltre si può osservare come il numero dei soggetti positivi allo STA-DI sia maggiore nei territori (ex 15 ed ex 17) dove era minore la presenza di soggetti diagnosticati con DPS. Questo dato può far pensare che molti soggetti adulti in questi territori non sono stati diagnosticati con DPS pur avendo comportamenti compatibili con questi quadri. Il dato si riduce invece nella ex Asl 16 che, per le ragioni che sono già state in precedenza discusse, ha diagnosticato con DPS un numero maggiore di soggetti.
La Tabella 19 consente anche di rivedere la stima epidemiologica, sommando i soggetti diagnosticati con DPS con quelli positivi allo STA-DI. I dati così ottenuti sono decisamente più in linea con quelli internazionali e vedono, per la CN1 una prevalenza nella fascia 18-31 anni di 1.5 / 1000 con alcune differenze tra i tre territori.
Si ritiene inoltre opportuno illustrare (nell’elenco che segue) il tipo di diagnosi che i soggetti risultati positivi allo STA-DI avevano ricevuto in precedenza.
 Psicosi / tratti psicotici
 Insufficienza mentale grave con tratti psicotici
 Ritardo grave + Funzionamento di tipo psicotico
 Psicosi disorganizzata con prevalenza di aspetti negativi
 Insufficienza mentale di grado medio e atteggiamento autistico
 Deficit cognitivo marcato con notevoli difficoltà relazionali
 Ritardo mentale con disturbi relazionali
 Ritardo medio-grave + componente inibitoria relazionale
 Oligofrenia / oligofrenia grave
 Insufficienza mentale grave
 Disturbo di personalità
 Ritardo psicomotorio in cerebropatia perinatale
 Sindrome dell’X Fragile
 Sindrome di Down + ritardo mentale
 Sindrome Cri du Chat + microcefalia + insufficenza mentale medio-grave
 Cromosopatia (18) + encefalite epilettogena
 Disgenia del corpo calloso (trisomia 8)+ ritardo grave + deficit della vista
 Macrocefalia + Ritardo psicoevolutivo con spunti autistici
 Idrocefalo congenito con ritardo di linguaggio e tratti autistici
 Encefalopatia + crisi comiziali +Ritardo grave
 Encefalopatia + Ritardo cognitivo e relazionale
 Cerebropatia congenita + grave oligofrenia
Notiamo come in queste diagnosi sia spesso presente un riferimento alla presenza di tratti
autistici, anche se formalmente non è mai stata effettuata una diagnosi di Autismo o Disturbo Pervasivo dello Sviluppo. Queste diagnosi possono essere suddivise in quattro filoni principali: diagnosi di Ritardo Mentale con tratti autistici o disturbi relazionali; diagnosi di Psicosi o tratti psicotici; di disturbo di personalità o oligofrenia; Sindromi di tipo genetico,
come la sindrome di Down e la Sindrome dell’X Fragile, crosomopatia 18 e Trisomia 8;
diagnosi di tipo “medico-organico”, come cerebropatia e encefalopatia con associati tratti di tipo autistico. La letteratura indica una prevalenza maggiore rispetto alla popolazione normale di tratti autistici in persone affette da alcuni tipi di patologie, come: la Sindrome di Down, la Sindrome dell’X Fragile, la macrocefalia; i dati ottenuti risultano quindi compatibili con gli studi più attuali sui Disturbi dello Spettro Autistico.
I dati ottenuti in questa parte della ricerca possono rendere conto di un problema sollevato da più parti: quello della “sparizione” delle diagnosi e della caduta del dato di prevalenza in età adulta. Possiamo cioè ipotizzare che molti soggetti, pur avendo comportamenti compatibili con un DPS, non vengono diagnosticati o perché vengono riportate altre precedenti diagnosi, non codificate secondo gli attuali sistemi internazionali, oppure perché non viene indicata la comorbidità con altri quadri diagnostici (come, per esempio, quelli dell’elenco recedente).
RICERCA DI ALTRI SOGGETTI CON RITARDO MENTALE, CON ASSOCIATO DISTURBO PERVASIVO DELLO SVILUPPO
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* Da Arduino Latoni "Relazione", pagg.87/93

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